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Il deposito giudiziario per il soccorso stradale

A volte può capitare che, dopo aver usufruito di un servizio di soccorso stradale, ci si ritrovi alle prese con un deposito giudiziario. Ne abbiamo parlato con Soscar.it, che ci ha aiutato a saperne di più e scrivere questo approfondimento. Il sequestro o il fermo amministrativo scattano nel momento in cui un veicolo non rispetta le norme del codice della strada: ovviamente non in tutti i casi, ma in specifiche circostanze. Quando ciò accade, l’officina che presta il servizio di assistenza stradale opera in qualità di depositeria giudiziaria: in pratica è qui che vengono messi a custodia i veicoli. In altre situazioni, l’officina si occupa semplicemente di trasportare il veicolo fino al più vicino deposito giudiziario.

Perché un veicolo viene sequestrato

Un veicolo può essere sequestrato non solo in seguito a una violazione del codice della strada che presuppone questo tipo di sanzione accessoria, ma anche se lo ordinano le autorità in occasione della rilevazione di un sinistro stradale. Così il veicolo deve essere ricoverato in un deposito giudiziario dove sarà trasportato con un carro attrezzi. Secondo l’articolo 1117 del codice civile, il veicolo deve essere custodito dall’azienda che presta con il carro attrezzi il servizio di soccorso stradale: esso può essere ospitato in un parcheggio, in un’autorimessa, in un garage o in qualsiasi altro sito di depositeria.

Come funziona il deposito giudiziario

Vale la pena di tener presente che quello del deposito giudiziario non è un servizio che viene erogato a titolo gratuito: è l’autorità locale a imporre delle tariffe ad hoc per i veicoli che rientrano in questa casistica. Fino alla riconsegna, come indicato dal codice civile, il veicolo è in deposito: si tratta non solo di una tutela dal punto di vista legale, ma anche di un’esigenza se il mezzo in seguito all’incidente non è più in condizione di circolare.

Cosa fare per riavere la propria macchina

Ma qual è la procedura che si deve seguire per fare in modo che il deposito venga sbloccato e il veicolo possa essere riconsegnato? L’intestatario è tenuto a presentare la carta di circolazione del mezzo e un documento di identità valido; se è impossibilitato al ritiro, può delegare un’altra persona fornendole una copia di un suo documento di identità. Qualora un veicolo sia stato rimosso ma il proprietario non ne sia ancora a conoscenza, si viene contattati direttamente dalla depositeria giudiziaria nel giro di alcuni giorni.

Quanto si spende

Da quando il veicolo giunge in deposito, il costo base si aggira attorno ai 40 euro per il servizio di rimozione, mentre per ogni chilometro percorso dal luogo della rimozione al deposito si spendono più o meno 3 euro. La tariffa comprensiva include non solo l’uscita del carro attrezzi con il diritto di chiamata, ma anche il costo chilometrico che considera sia l’andata che il ritorno verso il deposito e l’intervento di recupero. In più ci sono i costi di custodia in un centro autorizzato: per le moto e i motorini sono circa 3 euro al giorno, mentre per le macchine si può arrivare fino a 10 euro, e si sale a 16 euro al giorno per i pullman e i camion.

Le variabili sui costi

Ovviamente le cifre appena indicate sono più che altro indicative, nel senso che ogni centro può prevedere ulteriori variabili. Per esempio, quando l’area di deposito è chiusa e al coperto si paga di più rispetto a un deposito che prevede un’area recintata scoperta. Se l’auto non viene più ritirata dal deposito, la società che la custodisce può trattenerla, prenderla in carico e recuperare i ricambi dopo una eventuale demolizione.

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