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FCA, pronti 300 milioni di dollari per chiudere la causa negli USA

Il Gruppo FCA potrà finalmente trovare pace. Ma è una tregua che costerà carissimo al gigante italo-americano. Con precisione, 307.5 milioni di dollari. Una cifra pazzesca, che verrà divisa tra 100.000 clienti che nel corso degli anni hanno acquistato (o noleggiato) una vettura a marchio Ram o Jeep dotata, secondo le investigazioni del governo, di un software in grado di nascondere il reale impatto inquinante del motore. Il congegno in questione darebbe via libera al meccanismo per sviluppare una quantità di ossidi di azoto al di fuori delle stringenti norme per l’ambiente.

Causa FCA Stati Uniti – Le novità

L’accordo è stato approvato nelle ultime ore dalla Corte Federale di San Francisco e riguarda, precisamente, clienti che sono stati al volante di almeno una tra Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee con motore diesel 3.0 prodotte tra il 2014 ed il 2016.

Ad ogni vittima toccherà un risarcimento da oltre 3.000 dollari. La maggior parte di questi verrà “premiata” con 3.075 dollari per aggiustare il software incriminato. Sarà possibile presentare reclamo entro il 21 febbraio 2021 e, a maggio dello stesso anno, scadrà il termine ultimo per la riparazione. E’ esteso invece fino ad agosto il diritto di recrimina per gli ex clienti delle vetture.
Les jeux, tuttavia, sont pas faits. FCA non è stata costretta ad assumere alcuna responsabilità ed ha sempre rispedito le accuse al mittente. Di fatto, il conglomerato Fiat-Chrysler si è sempre detto estraneo all’accaduto. Recita così una nota diffusa al stampa fa, di cui vi parlammo a tempo debito:

“Gli accordi non modificano la posizione della società, che non ha mai adottato un atteggiamento deliberatamente diretto ad installare impianti di manipolazione per aggirare i test sull’inquinamento. Inoltre, in consent decree e gli accordi transattivi non contengono alcun tipo di accertamento o ammissione in merito ad una qualsiasi pretesa violazione delle norme sulle emissioni”.

Il tutto, ricordiamo, risale addirittura al gennaio di due anni fa, quando l’EPA (ente ambientalistico americano) chiese per la prima volta ad FCA delucidazioni riguardo questi impianti sospetti all’interno di Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee.

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